Coppi e la "bomba"

 

Epo, nandrolone, ematocrito oltre 50, caramelle alla cocaina, il dramma di Pantani, quello di Maradona, Guariniello, Agricola, Giraudo, i muscoli gonfiati di Del Piero, Conconi, Ferrari, Simeoni, Armstrong, gli esami incrociati e chi più ne ha più ne metta: negli ultimi anni le notizie sul doping superano quasi quelle relative alle normali gare sportive. E’ veramente triste!

Recentemente ci si è messo anche Ferruccio Mazzola che, nel suo libro "Il terzo incomodo", toglie diversi scheletri dall’armadio e spara a zero sull’ambiente del calcio, dal quale però non si allontana. A proposito di pratiche "strane" racconta che il "Mago" Herrera faceva prendere, prima delle partite, pastiglie bianche sciolte nel caffè. I giocatori, la sera, non riuscivano a dormire. A un giocatore, che aveva preso la pastiglia senza poi giocare la partita, venne la bava alla bocca e si arrampicò come un assatanato sui muri degli spogliatoi. Che dire? Mah …..

Viene spontanea una domanda: com’era una volta il doping ?

Nel ciclismo, agli inizi, penso che il vero doping fosse poter mangiare bene e in abbondanza, fare una vita il più possibile sana e avere la fortuna di non ammalarsi. La situazione igienico-alimentare, agli inizi del secolo, quando il ciclismo stava entrando negli interessi della gente, era quella che era. D’altra parte la pratica ciclistica, con quelle bici, con quelle strade e con quei chilometraggi spropositati, richiedeva sforzi inumani, quindi, in primis, occorreva nutrirsi bene e questo non sempre era possibile. Non dimentichiamo il dramma dei tre fratelli Azzini: mantovani di origine, Luigi, Ernesto e Giuseppe morirono di tisi, a pochi anni di distanza uno dall’altro. Uno dei più grandi campioni degli anni ’20, il piemontese Giovanni Brunero, scalatore strepitoso, vincitore di ben tre Giri d’Italia, morì, sempre di tisi, all’età di trentanove anni.

Erano tempi grami!

Giro d’Italia 1914, tappa Bari-L’Aquila: una tempesta di neve assale i corridori, arrivano al traguardo in otto, tutti gli altri si ritirano ma c’è un disperso. Si tratta di Giuseppe Azzini, primo in classifica, che viene ritrovato il giorno dopo in un fienile, ubriaco fradicio. Per difendersi dal freddo, si era "dopato" con una bottiglia di grappa avuta dai contadini che, comunque, non si erano fidati a farlo entrare in casa. Mala tempora currunt e poi un perditempo di ciclista ….

Storie che stanno a cavallo tra l’aneddoto e la leggenda, come le trentaquattro uova (sei prima del via e ventotto in corsa) che hanno "dopato" il grande Alfredo Binda nel Giro di Lombardia del 1926.

A parte questo "doping" naturale, i corridori cominciano comunque a procurarsi incontrollati e pericolosi intrugli.

Bisogna però attendere il dopoguerra per avere una "modernizzazione" nell’uso degli stimolanti. Il ciclismo si evolve, arrivano i medici, i corridori corrono di più, hanno la necessità di "aiutarsi". Negli anni cinquanta si parla apertamente di simpamina, cosa che al giorno d’oggi farebbe ridere.

Corre voce che, ogni inverno, Jacques Anquetil si faccia cambiare il sangue. Queste dicerie sono supportate dalle non infrequenti "cotte" che assalgono l’asso transalpino e dal fatto che Anquetil, dopo avere stabilito il record dell’ora, non si presenta all’antidoping.

Ai campionati italiani su pista al Vigorelli, un corridore della categoria "allievi" accetta un caffè da un velocista professionista ormai sul viale del tramonto e, la notte, non riesce a chiudere occhio.

Si giungerà poi alla morte di Tommy Simpson sul Ventoux, e alla positività di Cannibale Merckx al Giro d’Italia.

Solo con l’uso di prodotti eccitanti si possono spiegare, specialmente al Tour de France, le prestazioni alterne di diversi corridori, autori di una grande prestazione oggi e di una clamorosa "debacle" domani.

E Coppi? E Bartali? Coppi e Bartali si presentano al "Musichiere" e cantano ( si fa per dire) una divertente canzoncina sul motivo di "Come pioveva!"

Fausto: "Giri d’Italia ne ho vinti tanti senza mai prendere droghe o eccitanti …."

Gino: "Giri d’Italia lui, sì, li vinceva ma li prendeva, ma li prendeva."

Certamente Coppi faceva uso di stimolanti. Nino De Filippis, che nell’ambiente era soprannominato "l’infermiere" perché sapeva fare le iniezioni, raccontò che durante una riunione su pista in Francia, Coppi gli chiese di fargli una iniezione. Nino si meravigliò con lo stesso Fausto: "Ma perché vuoi un’iniezione per una riunione che non ha alcun valore, nessuna importanza? "Fausto gli rispose: "Vedi Nino, qui ci sono ventimila spettatori che hanno pagato il biglietto per vedere me. Non posso deluderli."

Coppi però era seguito da un medico di fiducia, anzi Coppi è stato il primo a capire l’importanza del medico e l’importanza della dieta giusta. E’ stato il primo a dare molta importanza a tutti i particolari, è stato il primo corridore moderno. Altri corridori meno dotati, corridori di secondo piano, cercavano di migliorare le proprie prestazioni affidandosi a praticoni che non si facevano scrupolo di propinare loro spaventosi "beveroni" dagli effetti sconosciuti e spesso devastanti.

E Bartali? Gino ha sempre assicurato di non essersi mai drogato, anzi asseriva di avere provato una sola volta e di essere stato male. Potrebbe anche essere vero: il campione di Ponte a Ema mangiava, beveva e fumava. Era l’ultimo dei campioni del ciclismo eroico. Sosteneva che, a causa della sua bassissima frequenza cardiaca a riposo (intorno alle 30 pulsazioni al minuto), faceva sempre fatica a carburare in partenza. I suoi avversari, che sapevano ciò, lo attaccavano subito per metterlo in difficoltà. Allora, il vecchiaccio, prima della partenza, correva ai ripari bevendo un paio di caffè e fumando una sigaretta. Sarà tutto vero? E’ comunque bello credere così.

A proposito di doping preso poco sul serio, resta memorabile una intervista radiofonica fatta dall’indimenticabile Mario Ferretti (se non sbaglio) a Fausto Coppi.

"Fausto, tutti i corridori portano una borraccetta nella tasca posteriore dei calzoncini. Se vi domandano cosa contiene, come rispondete?"

"Caffè, solo caffè."

"Oppure?"

"Peptocola, ricostituente."

" … e invece cosa contiene la borraccetta segreta?"

"La bomba."

"Ti dispiace spiegare agli ascoltatori cosa è una bomba?"

"La bomba dovrebbe essere un paio di gambe di ricambio. E’ composta da ingredienti segreti, i principali dei quali sono la simpamina e la fiducia che funzioni."

"Tu la prendi, Fausto Coppi?"

"Naturalmente."

"Tutti i corridori prendono la bomba?"

"Sì, tutti, e a quelli che dicono di non prenderne è bene non avvicinarsi con fiammiferi accesi."

"Quando prendi la bomba?"

"Quando serve."

" … e quando serve?"

"Quasi sempre."

 

 

22 gennaio 2005