Il "giallo" di Guillestre

 

Guillestre è un paese di duemila abitanti sulle Alpi francesi ai piedi del Col de Vars. E’ una località di villeggiatura come tante altre ma, forse, deve la sua notorietà al fatto di essere stata località sede di rifornimento del Tour.

Oddio, chissà quante località hanno avuto questo privilegio nella lunghissima storia della grande corsa a tappe francese! Però il rifornimento di Guillestre è rimasto nella storia del ciclismo perché, proprio lì nel 1949, si tentò di …. affamare Bartali.

La vicenda non fu riportata dai giornali dell’epoca ma venne a galla molti anni dopo. Le versioni, come quasi sempre avviene in questi casi, furono diverse. Vediamo quindi di analizzare i fatti certi.

Era il 18 luglio 1949 e si correva la prima delle due tappe alpine, la Cannes-Briancon. Fiorenzo Magni vestiva la maglia gialla per il sesto giorno consecutivo. Fiorenzo Cuordileone, che aveva conquistato le insegne del primato sul traguardo di Pau, si era difeso alla grande sui Pirenei, dove aveva saputo contenere gli assalti di "Testa di vetro" Robic, di Apo Lazarides e Jacques Marinelli, tre scalatori francesi di taglia …. tascabile; il più alto di loro, Lazarides, faticava a raggiungere il metro e sessantacinque. Magni, probabilmente, sapeva che quello sarebbe stato il suo ultimo giorno in maglia gialla. Un peso massimo come lui non avrebbe potuto resistere agli scalatori puri. Per di più, Bartali e Coppi, dopo le difficoltà di inizio Tour, erano tornati in classifica. Il vecchio Gino aspettava con ansia le Alpi e poi il 18 luglio era il giorno del suo trentacinquesimo compleanno. Fausto, dopo la debacle di Saint Malo, si era ripreso bene: aveva vinto la tappa a cronometro di La Rochelle e sui Pirenei era apparso piuttosto brillante.

La tappa prevedeva la scalata di tre colli, l’Allos, il Vars e l’Izoard. La corsa si infiammò dopo il centosessantesimo chilometro quando lo svizzero Ferdy Kubler, genio e sregolatezza, attaccò nella discesa dell’Allos rischiando la pelle ad ogni curva. A Barcellonette, in fondo alla discesa, Kubler aveva quasi tre minuti di vantaggio sul gruppetto dei migliori e in vetta al Vars il vantaggio era salito a quattro minuti su Bartali, Coppi, Robic, Lazarides e il belga Stan Ockers.

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Nella discesa verso il rifornimento di Guillestre, Kubler, che aveva avuto qualche problema con un tubolare, passò con 38" di vantaggio su Bartali che, nella discesa, aveva dato spettacolo staccando sia Robic sia Coppi. Gli altri erano ormai fuori corsa, a più di due minuti.

Fu proprio qui, a Guillestre, poche case in mezzo ai pascoli a mille metri di altitudine, che avvenne il "fattaccio". Alfredo Binda aveva dato l’incarico al suo vice Tragella, alla guida della seconda ammiraglia, di organizzare il rifornimento. Ebbene, Bartali non ricevette il sacchetto-viveri e si apprestò ad affrontare l’Izoard a stomaco vuoto.

Superata Guillestre, Bartali e Coppi raggiunsero e superarono Kubler staccando tutti gli altri. Sull’Izoard passò primo Fausto e secondo Gino. Sul traguardo di Briancon Coppi tirò i freni e lasciò la vittoria a Bartali nel giorno del compleanno. Gino indossò anche quella che sarebbe stata la sua ultima maglia gialla.

Questi i fatti. Ma cosa accadde veramente al rifornimento di Guillestre?

Alfredo Binda, molti anni dopo, diede una versione tendente a spegnere qualsiasi polemica. Secondo il grande Alfredo, Tragella non si accorse del passaggio di Bartali e venne a scusarsi piangendo. A salvare Tragella, che Binda si vedeva costretto a rispedire a casa per punizione, intervenne il perdono di Bartali.

Altri asserirono, invece, che il comportamento di Tragella fu un vero e proprio tradimento nei confronti di Gino. Tragella era il direttore sportivo della Bianchi, quindi di Coppi, per il quale aveva un amore viscerale. Lo chiamava Faustino e per lui era più di un figlio. Pur di non passare il sacchetto all’eterno rivale del suo Faustino, si nascose.

Questa versione fu supportata in seguito da Giuseppe "Pinella" De Grandi, il mitico meccanico "Pinza d’oro" di Fausto Coppi. Secondo "Pinella", il povero Tragella, abituato a combattere tutto l’anno contro Bartali, non se la sarebbe proprio sentita di rifornirlo. Insomma, una mancanza dovuta a qualcosa "più forte di lui".

Anche Gianni Brera, nel suo libro "Coppi e il diavolo", ha fatto riferimento a questo fatto senza dare soverchia importanza: " …. Anche Bartali è scoppiato e dà la colpa a Binda, che non gli avrebbe passato a tempo il sacchetto dei viveri. Storie".

Il Granlombardo era notoriamente coppiano e – non me ne voglia zio Athos – mi è sempre sembrato un po’ troppo ingeneroso nei confronti di Bartali. Nel caso specifico, peraltro,è incorso in una topica clamorosa perché la frase riportata sopra veniva riferita alle scalate dei Pirenei anziché delle Alpi.

Queste le principali versioni sul "giallo" di Guillestre. Ma come fece Gino, senza viveri, a superare l’Izoard e giungere a Briancon assieme a Fausto?

Anche qui le verità sono almeno due.

Binda ha raccontato di avere personalmente rifornito Bartali dall’ammiraglia. La cosa non era ammessa dal regolamento della corsa e costò a Gino una lieve penalizzazione il termini di tempo in classifica: sempre meglio così che affrontare l’Izoard a stomaco vuoto.

I più smentiscono il grande campione di Cittiglio e affermano che fu Coppi a passare a Bartali una parte dei suoi viveri.

E la versione di Bartali? Ginettaccio, che si è sempre divertito a "colorire" i suoi racconti, ha confermato la teoria del "tradimento". Giunto al rifornimento una quarantina di secondi dopo Kubler, non trovò nessuno. Fece due giri della piazza e poi, rassegnato, si lanciò verso l’Izoard. Secondo lui Tragella si era nascosto.

Non avrebbe potuto raccontare che questo, Gino, che era sempre stato polemico nei confronti dei dirigenti della Bianchi. Che poi abbia fatto due giri della piazza prima di riprendere la corsa appare abbastanza improbabile perché Robic e Coppi inseguivano ad una manciata di secondi e l’avrebbero subito ripreso.

Bartali raccontò anche che Rodoni, da una auto del seguito gli offrì pane e salame e che sia Binda sia il giornalista Ruggero Radice, l’indimenticabile "Raro", lo invitarono ad attendere Coppi che aveva i tasconi pieni. Infine, ha confermato più volte che Fausto gli passò effettivamente parte dei suoi viveri.

A questo punto appare molto difficile individuare la verità. A me, che amo ancora credere nelle favole, piace molto pensare che sia vera la versione di Bartali con questo passaggio di panini e banane dall’uno all’altro campione. E, peccato che non fosse presente un fotografo! Altrimenti, altro che "passaggio della borraccia"!

 

17 luglio 2006