Buffalo Bill contro Romolo "el prestiné"

 

William Frederick Cody, meglio noto come Buffalo Bill, fu senza dubbio uno dei personaggi più famosi dell’epopea del vecchio West. La sua vita fu quanto mai avventurosa. Nato nel 1846 nella contea di Scott, nello Yowa, fece parlare di sé fin da ragazzo come coraggiosissimo postiglione di diligenze e corriere del "Pony Express".

Divenne poi famosissimo come infallibile cacciatore professionista di bisonti, la cui carne serviva a sfamare gli operai addetti alla costruzione delle prime ferrovie nel West.

Dal 1868 al 1876 e nel biennio 1890–1891 fece l’esploratore per l’esercito americano durante le guerre contro i pellerossa Cheyenne e Sioux.

Malgrado tutti questi impegni, trovò il tempo di organizzare un suo circo, lo "Spettacolo del selvaggio West", che portò in giro per il mondo con grande successo.

Morì a Denver nel Colorado nel 1911, dopo avere fatto in tempo a scrivere anche alcune novelle popolari.

La popolarità di Buffalo Bill durò molto a lungo tanto che, negli anni ’50, le sue avventure a fumetti venivano ancora pubblicate su "l’intrepido". Naturalmente non mancarono i film. Il primo, intitolato semplicemente "Buffalo Bill", porta la data del 1944 e fu interpretato da Joel Mc Crea, nella parte del famoso scout, Maureen O’Hara, Linda Darnell e Anthony Quinn. Nel 1947 uscì un altro film americano, "Buffalo Bill di nuovo in sella", interpretato dal semisconosciuto Richard Arlen. Nel 1949 seguì un italianissimo "Buffalo Bill a Roma" che ricordava la visita realmente avvenuta nella città eterna con il suo circo. Si passò poi al 1963 con lo spaghetti-western "Buffalo Bill l’eroe del Far West" ed infine, nel 1976, fu Paul Newman ad interpretare il grande esploratore in un film anti-americano diretto da Robert Altman.

Ma cosa c’entra Buffalo Bill con il ciclismo? Beh, in qualche modo c’entra perché le strade di William Frederick Cody, o meglio del suo circo in tourné in Italia, si incrociarono con il ciclismo nel 1894 a Milano.

Buffalo Bill, a margine del suo spettacolo, lanciò una sfida cavallo contro bicicletta, cavallo in carne ed ossa contro cavallo d’acciaio. L’incasso, detratte le spese di organizzazione, sarebbe andato nelle tasche del vincitore.

Il regolamento della sfida era alquanto semplice: occorreva percorrere il maggior numero di chilometri in tre ore di tempo. Quel furbacchione di Buffalo Bill aveva previsto però che il ciclista dovesse pedalare da solo mentre al cavaliere sarebbe stato concesso di cambiare fino a dieci cavalli.

Insomma era una formula-capestro per il ciclista.

Tutti i maggiori campioni del ciclismo nostrano di fine ‘800 non accettarono la sfida. Non accettò Luigi Arialdi di Milano e nemmeno il forte Germano "Eros" Ruggerone. Il fiorentino Carlo Dani non si mosse dalla sua città così come il pavese Eugenio Sauli. Un pensierino lo fece il milanese Enrico Pasta, campione italiano di velocità e campione italiano tricicli sui 4 km, ma poi abbandonò l’idea. La sfida solleticò anche lo scozzese trapiantato a Genova George "Geo" Davidson ma aveva già appeso al chiodo biciclo, triciclo e tandem da più di sei anni.

Accettò invece la sfida il corridore più in voga del momento, il milanese Romolo Buni, classe 1871, panettiere di Porta Lodovica. Che un panettiere milanese, un "prestiné", si chiamasse Romolo forse faceva un po’ ridere ma Buni era un tipino assai veloce e, l’anno prima, si era preso il lusso di battere all’Arena di Milano il fortissimo francese Medinger. I cugini d’oltralpe l’avevano soprannominato "il piccolo diavolo nero" per via del fisico minuto e di un maglione nero che usava indossare in gara.

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La scena del grande scontro fu il vecchio Trotter di via Andrea Doria, situato più o meno dove oggi c’è la Stazione Centrale. Il vecchio Trotter assomigliava moltissimo, come strutture, ad un classico ippodromo inglese e quel giorno era pieno zeppo.

Buni percorse, nelle tre ore, novantanove chilometri e settecento metri mentre Buffalo Bill, ovviamente avvantaggiato dal regolamento, coprì complessivamente centodue chilometri.

La sfida ebbe tanto successo che venne ripetuta altre due volte nei giorni successivi ma vinse sempre il cavallerizzo.

Qualcuno disse poi che Buni non era un "prestiné" ma un ragioniere e che Buffalo Bill non era Buffalo Bill ma un texano che si spacciava per il famoso scout. Queste teorie non trovarono seri riscontri e anche le poche foto dell’epoca avallarono la versione più accattivante.

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Certamente Buffalo Bill, nelle sfide di vario genere che lanciava durante il vagabondare con il suo circo, teneva degli abbondanti margini di sicurezza per sfruttare al meglio le sue doti di cavallerizzo. La cosa gli permise di prevalere quasi sempre e di intascare i consistenti premi. Ma non sempre fu così. Una volta, in Toscana, lanciò una sfida cavallo contro cavallo, fidandosi della sua ben nota maestria. Ebbene, fu battuto sonoramente da un buttero maremmano. Però, come nel finale di un buon film western, pare che si sia consolato della imprevista sconfitta allontanandosi con l’intero incasso.

 

20 aprile 2007